Disabili, altre abilità e la labilità delle istituzioni.

2011


Il 30 giugno presso la casa famiglia di via Nomentana si è concluso un programma di inserimento lavorativo per 6 ragazzi disabili avviato nell’ambito del progetto FID, Formazione per l'Inclusione Disabili, realizzato dall'Istituto Statale d'Arte "Roma 2", il Consorzio Tiresia, la Fondazione "Parco della Mistica" e la Rete Fattorie Sociali.

Il Fiore del Deserto, attraverso la Rete delle Fattorie Sociali, ha offerto la propria disponibilità per consentire ai sei ragazzi di svolgere i previsti tirocini formativi e concludere il percorso di inclusione previsto dal progetto.
I Tirocinanti, cinque ragazzi e una ragazza, sono stati inseriti nelle attività di agricoltura sociale de Il Fiore del Deserto
Le molteplici attività e progetti che la piccola azienda agricola ha attivato all’interno della casa famiglia e che perseguono l’obbiettivo di diffondere la cultura della sostenibilità anche in ambienti svantaggiati e socialmente marginali ai percorsi di clusione sociale, hanno consentito ai tirocinanti di integrar
si facilmente all’interno della vita della comunità.

L’accoglienza e l’inserimento lavorativo di persone diversamente abili hanno rappresentato una novità per Il Fiore del Deserto. Fin dal primo momento questa nuova esperienza si è manifestata estremamente positiva e interessante per le molteplici implicazioni che ha generato.
Le ragazze ospiti della casa famiglia, confrontandosi con persone che, pur in altri modi, condividono una difficoltà a vivere, hanno saputo cogliere in questa esperienza una motivazione importante all’accoglienza e alla solidarietà.
I progetti realizzati, a cui hanno partecipato i tirocinanti insieme alle ospiti della casa famiglia, hanno interessato:

 a) lo spazio verde e coltivato che è stato attrezzato per accogliere percorsi di educazione ambientale e un progetto di fattoria didattica per le scuole del IV Municipio.
Sostenuti da un tutor e da personale qualificato i ragazzi e le ragazze hanno saputo realizzare tabelle informative riguardanti i numerosi alberi presenti nella struttura che idealmente costituiscono un percorso nell’ambiente “sotto casa”;
b) le attività orticole in agricoltura biologica. In particolare i tirocinanti hanno collaborato alla preparazione di un semenzaio e alla successiva messa a dimora delle piantine. Tra le diverse tecniche diffuse di agricoltura biologica i tirocinanti hanno sperimentato il metodo della pacciamatura delle piante e la preparazione del macerato di ortica per rafforzare le piante e allontanare insetti dannosi;
c) la preparazione di confetture e marmellate;
d) le attività di apicoltura. Raccolta sciami, cura delle famiglie, smielatura e costruzione di arnie.


Un Bilancio positivo


L’accoglienza e l’inserimento lavorativo di persone diversamente abili all’interno delle attività agricole e artigianali che si svolgono nella struttura di via Nomentana, rappresentano, per il Fiore del Deserto, un’ esperienza nuova che l’associazione ha voluto fortemente ospitare per estendere il progetto accoglienza anche verso questa realtà del disagio.
Il Progetto accoglienza promuove attività per sostenere percorsi di inclusione sociale e lavorativa di persone svantaggiate, individua nelle attività di prossimità, nell’artigianato e nella cultura della sostenibilità gli ambiti di inserimento nei quali costruire nuove opportunità lavorative e relazioni sociali condivise che possono contribuire al benessere psico-fisico delle persone accolte.
Con i ragazzi del progetto FID abbiamo verificato le potenzialità che offre l’agricoltura sociale nel valorizzare capacità lavorative che altrimenti resterebbero inespresse e marginalizzate. Il lavoro immediatamente finalizzato per sostenere reti produttive di prossimità che promuovono un consumo responsabile e sostenibile, attiva relazioni sociali ed economiche che nel generare un reddito, spesso troppo piccolo per soddisfare le esigenze individuali che emergono nel percorso di crescita e di autonomia, produce un benessere psico-fisico che contribuisce a motivare la persona nelle sue capacità di poter svolgere un lavoro socialmente utile e vantaggioso per sè e per la collettività.
Nel caso specifico del percorso svoltosi nella nostra struttura, la buona interazione con le persone della comunità, con gli ospiti, gli operatori e i volontari, ha fatto nascere rapporti di amicizia e di collaborazione che si sono concretizzati con la partecipazione attiva dei tirocinanti alle attività dell’associazione e che proseguono ben oltre la conclusione del progetto.
Particolarmente interessanti sono stati gli esiti dell’interazione quotidiana dei tirocinanti con il gruppo delle ragazze affidate alla nostra comunità. Il confronto immediato con un gruppo di persone esterne alla comunità e con gradi diversi di disabilità, ha suscitato fin da subito interesse e partecipazione verso le attività previste per i tirocinanti che ben presto sono state condivise generando un’attivazione positiva della comunità. Si sono costruiti rapporti di amicizia e di solidarietà soprattutto verso i tirocinanti con difficoltà medio-alte. In alcuni casi l’impegno delle ragazze della casa famiglia si è rivelato fondamentale, alcune di esse si sono particolarmente responsabilizzate dando un positivo contributo al lavoro quotidiano svolto dal tutor affiancandolo in numerose attività.


Conclusioni


L’esperienza con i ragazzi del progetto FID lascia nella nostra struttura il segno di un passaggio di solidarietà e di partecipazione che ha portato benessere e amicizia. Il clima sereno e positivo nel quale si sono svolti i tirocini e le occasioni di incontro che si sono presentate hanno contribuito ad aiutare i percorsi individuali che impegnano le ragazze della comunità. Il confronto quotidiano con altre differenze e difficoltà, la tenacia che i tirocinanti hanno dimostrato nel voler portare a termine un progetto non sempre facile, sono stati un esempio di volontà per le ragazze che potrà aiutarle a riflettere sui loro percorsi di reinserimento.
Vogliamo inoltre sottolineare l’importante contributo dato dai ragazzi nel realizzare i nostri progetti di agricoltura sociale che ci permette di promuovere un modello di attività agricole incentrato sul lavoro di persone svantaggiate, portatrici di disabilità che non trovano riconoscimento nel circuito del mercato del lavoro.
Considerazione finale
la nostra associazione sarà lieta anche per il futuro di accogliere nuovi progetti per persone disabili, tuttavia non possiamo non costatare l’assenza di una vera progettualità delle istituzioni nel dare seguito ai percorsi formativi finanziati per garantire una duratura inclusione sociale.
Il Fiore del Deserto opererà in autonomia per costruire percorsi economici sostenibili che possano offrire lavoro e solidarietà alle persone svantaggiate, particolarmente nel settore dell’agricoltura sociale e nella distribuzione di prodotti orticoli attraverso la creazione di gruppi acquisto solidale.


Roma Luglio 2011